Da domani, 1° aprile, e fino al 30 giugno ci sarà un mio breve articolo, tutti i giorni, in prima pagina su «Avvenire». È lo spazio tradizionalmente occupato dal “Mattutino” del cardinal Ravasi, nel quale si sono susseguiti negli anni Erri De Luca, Roberto Mussapi, Ferruccio Parazzoli, Mariapia Veladiano, Davide Rondoni, Marina Corradi, Salvatore Mannuzzu e altri maestri, altri amici (Guido Oldani, per esempio, il cui impegno si è appena concluso). Adesso tocca a me, ed è abbastanza difficile spiegare quanto questo incarico mi onori e mi emozioni. La rubrica si intitola “Quartiere latino” ed è un tentativo di sostenere le ragioni dell’umanesimo, e cioè della letteratura e dell’arte, del cinema e della poesia in ogni sua espressione. Sono, nelle mie intenzioni, piccoli racconti che prendono spunto da una frase, da un’immagine, a volte da una sola parola di quelle che i grandi libri (e i grandi film, le grandi opere in generale) sanno offrire al nostro stupore. Ringrazio il direttore Marco Tarquinio, che ha voluto affidarmi questo compito. La prima puntata inizia così: «Si chiama umanesimo perché riguarda gli esseri umani». Il resto lo leggete sul giornale, nei prossimi tre mesi.